Magnus von Lagerström mica ci andò mai in India, o in Cina. Nessuno dei suoi due nobili piedini toccò mai il suolo asiatico. Eppure era a capo della Swedish East India Company: uomo colto, e disponibile, amico personale di Linneo e suo amabile corrispondente, consentì ad alcuni suoi allievi di viaggiare sulle navi della Compagnia. E poi troviamo altro: le direttive ai capitani di bordo, di cercare, trovare e portare oggetti – animati e inanimati – al di qua degli oceani nelle gelide terre scandinave, e che cappellani e cerusici salissero a bordo solo se adeguatamente formati ai corsi di Uppsala. O le sue lettere all’amico, in cui lo aggiorna sui ritrovamenti o si chiede se mandare il termometro del povero Tärnström (pastore e alacre misuratore di temperature), deceduto anzitempo, alla vedova.
Nonostante le cocenti delusioni legate alla pianta del the (una serie di penosi insuccessi e sfortunate coincidenze per cui le giovani piante cadevano in mare, seccavano o non si rivelavano vere piante del the), il Linneo – che gli sopravvisse – pensò grazioso dedicargli una delle piante giunte dall’oriente, la Lagerstroemia indica (Albero di San Bartolomeo) – timida, dalle cortecce in perenne muta e dalla piena fioritura in rosa – che però giungeva dalla Cina (ché nessuno ci azzeccasse mai, a posizionarle correttamente queste Indie…).