Araujia sericifera (Pianta della seta)
Al Conte Antonio de Araujo e Azevedo piacevano le opere d’arte. E le piante, e molti altri interessi interessanti, pare. E scriveva tragedie e distillava liquori. A Rio de Janeiro si organizzò – tra gli impegni politici e gli alambicchi del laboratorio – un giardino botanico in cui acclimatare, sperimentare e studiare virgulti e quant’altro gli capitasse a tiro. L’Araujia sericifera deve il suo impronunciabile nome a lui.
È apocinacea, dai piccoli fiori bianco rosati, rampicante esuberante, e astuta: gli orari di apertura dei fiori sono regolati dalla luce solare. Chi c’è c’è, chi non c’è meglio: se siete insetti impollinatori e distrattamente avete indugiato all’interno, dovrete aspettare il mattino per poterne uscire.
Se invece avrete la pazienza di attendere i frutti (simil zucche vellutate) potrete ritrovarvi tutt’intorno – a tempo debito – una soffice pioggia di gioiosi semi volanti. La seta, appunto.